Libri che parlano (anche) di PMA

OGNI FAVOLA E’ UN SOGNO
Associazione Strada per un Sogno

AA.VV.
“OGNI FAVOLA E’ UN SOGNO”

Illustrazioni di Eleonora D’Amico
Edizioni Graphè.it

Ci sono due buffi pasticceri che diventano tristi perché gli manca un bimbo, una diavolessa che sposa un umano, un amore che arriva lontano, oltre le stelle, tre fate che aiutano i bambini a nascere. E ci sono tanti bambini con una storia speciale, bambini che vengono da un desiderio fortissimo e hanno avuto bisogno di un dottore e dell’aiuto della medicina per poter essere concepiti.
Frutto di un progetto di scrittura creativa che l’associazione di cui sono una delle fondatrici ha portato avanti e di un concorso che ha premiato 10 favole tra le molte che sono arrivate, questo libro racconta ai bambini tutto l’amore del mondo, il più grande amore possibile, quello che ci è voluto per inseguire un sogno.
Illustrato dalle matite colorate e fantasiose di Eleonora D’Amico, è completato da capitoli destinati ai genitori, scritti da psicologhe e da un neuropsichiatra.
Strada per un sogno ONLUS è un progetto molto importante per me e le mie due amiche Stefania e Matilde, cui regaliamo tutto il nostro tempo libero e le nostre energie. Grazie alla rete che in questi anni si è creata grazie all’associazione oggi molti sogni sono diventati bambini.
Grazie sempre a Roberto Russo e a Graphe.it Edizioni per l’amicizia per la nostra “creatura” e per le nostre pazze idee.

IL DONO DI ANTONIA
Alessandra Sarchi

ALESSANDRA SARCHI
“IL DONO DI ANTONIA”

Einaudi

Antonia ha una figlia che soffre di anoressia. Dopo essere stata per anni gestante, balia, insegnante, animatrice, autista, motivatrice, medico, infermiere, cuoca, cameriera, sarta, attrice, scrittrice, cantante, dopo essere stata in una parola madre, si ritrova ora ad essere l’odiata guardiana di un regime alimentare controverso, su cui ogni giorno si gioca una battaglia.
Sua figlia la rifiuta, la odia, la ricatta. La fa sentire inadeguata. La costringe a rivedere continuamente la loro storia, fin da quando nella pancia Antonia si era fatta culla di quel piccolo essere dipendente da lei, che ora reclama un’indipendenza che potrebbe ucciderla.
Da qualche parte nel passato è rimasto però un sassolino, un dono che Antonia ha fatto ad un’amica americana, una cellula, un ovocita, che è diventato il figlio di quella donna e che ora vuole conoscerla. Non la vuole come madre ovviamente, ne vuole solo capire le motivazioni, è un giovane uomo equilibrato, niente patemi, solo una sorta di curiosità scritta nei geni. In realtà più di tutto vuole sapere perché, dopo quel gesto meraviglioso, lei sia fuggita per sempre, si sia nascosta, non abbia mai voluto sapere quale essere sia nato da quel dono. Quale pulcino sia uscito da quell’uovo.
E Antonia racconta, ricorda, si confronta. Accoglie, Fa pace con quella parte di sé. E forse col rimpianto poco “corretto” di aver dato ad un’altra la cellula “giusta” e aver tenuto quella “sbagliata”, che latente sta lì, dentro di lei.
Da donna che ha fatto un percorso di fecondazione assistita e che si occupa da volontaria di questo tema da tanti anni, non posso essere una lettrice asettica. Ho trovato molto bella Antonia madre, con le sue fragilità e il suo orgoglio, avrei voluto più generosità per Myrtha, che dietro tutta la sua perfezione apparente nascondeva una mancanza che per molte donne è tremenda, quell’incapacità di dare la vita che per chi la vive sa di incompletezza.
Qui ovviamente c’è tutta la possibile contraddizione di un dono non anomino e non distante da chi lo riceve e la sofferenza di chi vive un dramma familiare che può rendere poco lucidi e generare sentimenti scomodi. Finale che non svelo: Antonia racconterà tutto a sua figlia? Mostrerà quella parte sconosciuta di sé?