Tra le cause di infertilità femminile, il fattore tubarico è il più frequente.
Le tube hanno diverse importanti funzioni, innanzi tutto per il trasporto e l’adeguata sopravvivenza di ovociti e spermatozoi, ma anche per la cattura dell’ovocita espulso dall’ovaia, per il mantenimento di un ambiente ottimale perchè avvenga la fecondazione e non ultimo per il trasporto dell’ovocita fecondato e il suo mantenimento fino all’impianto in utero.
Perchè le tube svolgano il loro compito devono essere rispettate una serie di condizioni che riguardano la loro anatomia e la loro funzionalità.
Il loro padiglione deve essere aperto, non devono esserci aderenze, lo strato muscolare deve essere integro, devono essere pervie (ossia aperte)
e la mucosa ciliata deve essere integra (per l’anatomia delle tube vedi scheda sull’Apparato riproduttivo femminile).
Il rischio maggiore in caso di danno tubarico è quello della gravidanza extrauterina
I problemi tubarici possono avere diverse cause.
Una delle possibili cause è di tipo infiammatorio e può derivare da un’infezione, da endometriosi o seguire un intervento chirurgico.
La conseguente attivazione dei linfociti crea delle aderenze e danneggia il tessuto muscolare e le cellule ciliate. Anche dopo che l’infiammazione
&eegrave; stata curata o che è cessata spontaneamente possono rimanere problemi, come la deciliazione della mucosa interna o l’agglutinazione delle fimbrie.
La causa più frequente di sterilità tubarica è di tipo infettivo. Il germe maggiormente responsabile di queste problematiche è la Chlamydia trachomatis
che può essere riscontrata tramite tampone e ricerca nel sangue. Infiammazioni acute delle tube (salpingiti) possono dipendere invece
da Neisseriae Gonorreae. I fattori di rischio per questo tipo di infezioni sono i rapporti sessuali, ma anche l’uso di spirali o di indagini diagnostiche
intrauterine effettuate senza accortezze.
Aderenze delle tube possono dipendere anche da interventi chirurgici della cavità addominale (cause iatrogene).
Altre cause di sterilità tubarica infine possono essere l’endometriosi o delle malformazioni congenite, come l’assenza di segmenti tubarici o la sindrome
di Kartagener, che consiste nell’immobilità delle ciglia.
Un primo approccio diagnostico al problema comporta un’anamnesi delle cause che possano portare a sterilità tubarica, comprendendo:
- pregressi di infezioni genitali e malattie sessualmente trasmissibili
- pregressi di cistiti con recidive frequenti
- pregressi di febbri avute in età infantile e adolescenziale, con dolori addominali e costipazione.
Questo tipo di manifestazioni nascondono a volte infiammazioni del peritoneo che possono coinvolgere le tube. - appendicectomia con complicazioni (peritonite)
- infezioni post parto o post aborto
- uso di spirale
- endometriosi pelvica
- interventi chirurgici pregressi o esami strumentali su organi contenuti nella pelvi.
La diagnosi effettuata con il solo esame clinico non è quasi mai efficace, a meno che non ci sia la presenza di rigidità o dolore degli annessi
o particolari posizioni uterine che possano far pensare a un problema tubarico conseguente a infiammazione.
Possibili indizi sono:
- cicatrici addominali
- segni di endometriosi alle ovaie, al collo o al setto retto-vaginale
- dolore alla palpazione degli annessi
- segnali di infiammazione (come perdite bianche)
- idrorrea (che può far supporre un’idrosalpinge)
L’ultimo punto va valutato attentamente, poichè si è osservato che l’idrosalpinge costituisce un problema anche in caso di fecondazione assistita.
Il liquido ha infatti caratteristiche di embriotossicità e ha un’influenza negativa sulla recettività dell’endometrio. Sarebbe inoltre aumentata anche
la percentuale di abortività precoce.
Per questo motivo, anche in presenza di un fattore di sterilità diverso da quello tubarico, è consigliabile, nel caso in cui si riscontri un’idrosalpinge,
procedere a intervento chirurgico e ad aspirazione della sacca, in modo da ristabilire le condizioni migliori per l’impianto embrionario.
Per quanto riguarda la diagnostica strumentale, le possibilità sono diverse (per un’illustrazione dei singoli metodi si rimanda alle schede relative
alla Diagnostica strumentale):
- isterosalpingografia
- eco isterosalpingografia (o sono isterosalpingografia) HyCoSy
- videolaparoscopia con salpingocromoscopia percelioscopica
- idrolaparoscopia
- falloppioscopia e salpingoscopia.
Queste indagini andrebbero condotte prima di passare eventualmente a metodiche di PMA, anche per quanto detto sopra (ossia per l’identificazione di una
idrosalpinge che potrebbe compromettere il tentativo di procreazione assistita).
REVISIONATO A CURA DELLA DOTTORESSA ELISABETTA IAMMARRONE